«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se
guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo
potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire
nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno
secondo le sue azioni.
In verità io vi
dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto
venire il Figlio dell’uomo con il suo regno».
Dt 4,32-40 Sal 76
Mt 16,24-28
«Che cosa un uomo
potrà dare in cambio della propria vita?». Un torto capitale che facciamo a noi
stessi è sprecare la nostra vita, vivacchiare. E per farlo non è necessario
fare il male, basta non far fiorire il bene inseminato nel nostro essere. Anzi,
basta non aprire gli occhi a quel Bene quotidiano che ci viene incontro in
mille modi e sfumature. Se rinneghiamo noi stessi, i nostri soliti canoni, le
nostre misure, attese e pretese, anche noi abbiamo la possibilità di sbirciare
in quei attimi di eternità, ed essere tra quelli che «non moriranno, prima di
aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno». La vita spirituale non
si inaridisce a causa della mancanza di meraviglie, ma a causa della mancanza
di meraviglia.