In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
Gen 32,23-33   Sal 16   Mt 9,32-38

Quel «pregate il signore della messe perché mandi operai nella sua messe» viene spesso preso con un devoto distacco come invito a pregare per le “vocazioni”. Non è sbagliato, ma non è sufficiente. Tra quei operai ci siamo noi. Tutti siamo chiamati a operare nella vigna del Signore. Con Dio non ci sono chiamati di serie b, casomai ci sono risposte di serie b. Dio chiama alla pienezza, al dono totale di sé. Con la preghiera ci disponiamo a cor-rispondere, all’immenso dono di Dio in Cristo… Donami di risponderti in Spirito e Verità: «Eccomi, manda me!» (Is 6,8)