In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.
Es 1,8-14.22   Sal 123   Mt 10,34-11,1

A chi confonde Gesù con un pacifista «peace and love», il Vangelo di oggi frantuma ogni illusione. «Sono venuto a portare non pace, ma spada». Certo, Gesù non sta parlando di crociate o jihad, ma sta parlando e come della croce e del santo combattimento contro il male, contro il vizio, contro la vita doppia che svuota chi la vive. Possiamo dirlo forte che Dio non è tollerante verso il male, Dio è luce in cui non c’è tenebra alcuna (1Gv 1,5). E con amore perfetto di Padre ci invita a vivere la pienezza che non è fatto di accumulo, ma di dono: «Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà».