In
quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io
agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non
soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
Gesù
riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da
se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che
egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il
Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più
grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati.
Come
il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi
egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al
Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il
Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
In
verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi
ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla
morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa –
in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno
ascoltata, vivranno.
Come
infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di
avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è
Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro
che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene
per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di
condanna.
Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo
quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà,
ma la volontà di colui che mi ha mandato.
Is 49,8-15
Sal 144 Gv 5,17-30
Le realtà più belle sono intrise di paradossi
perché la bellezza è sinfonica, sa mettere insieme realtà che sembrano
contradittorie ma che in realtà sono complementari. La pagina del vangelo di
oggi costituisce un grande esempio al riguardo. Il Figlio ha tutto perché il Padre
gli ha dato tutto: la vita, la risurrezione, il giudizio. Nondimeno, il Figlio
abbraccia un’eterna povertà, la povertà di chi ama e diventa spazio di
accoglienza dell’Amato. La volontà di Gesù è fare la volontà dell’amato Padre.
Gesù è tutto gratitudine e riconoscenza verso il Padre. In questo senso egli è
eternamente “eucaristia”. Come lui e in lui la nostra vita è chiamata a respirare
la grazia della gratitudine dei figli nel Figlio.