Ancora una volta, prima di andare
oltre,
e di spingere innanzi il mio sguardo,
levo a te le mani congiunte,
a te, che imploro,
cui nel profondo del cuore
consacro solennemente altari,
affinché sempre
la tua voce mi richiami.

Su di essi arde, profondamente inciso,
il motto: “Al Dio Ignoto”.
Io sono suo, anche se sono rimasto
nella banda dei malvagi sino ad ora.
Sono suo, e sento i lacci
che nella lotta mi fan piegare,
ma, anche se posso fuggire,
mi costringono a servirlo.

Io voglio conoscerti, o Ignoto,
che afferri la mia anima nel profondo
che percorri la mia vita come
una tempesta,
o inafferrabile, a me affine!
Voglio conoscerti, anzi servirti.


Friedrich Wilhelm Nietzsche

Poesie della giovinezza e della maturità (1869-1877)